Il Telescopio Nazionale Galileo

Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è il più importante strumento ottico/infrarosso della Comunità astronomica italiana con un specchio primario di 3,58 metri di diametro.

Intitolato al padre dell’astronomia moderna, Galileo Galilei (1564-1642), e’ finanziato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica-INAF e gestito dalla Fundación Galileo Galilei-INAF, Fundación Canaria – FGG.

Il TNG sorge ad una quota di 2 387 metri al sopra del livello del mare sul bordo di un enorme cratere, la Caldera Taburiente, e fa parte dell’Osservatorio del Roque de Los Muchachos insieme ad altri 13 telescopi (di cui due telescopi solari).

 

 L’Osservatorio del Roque de Los Muchachos, uno dei tre più grandi osservatori al mondo, viene gestito da 64 vari paesi europei, tra cui Belgio, Danimarca, Irlanda, Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

 

L’idea di un telescopio italiano alle Canarie

Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG).

Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG). Crediti: FGG-TNG/Sabrina Masiero

Il progetto della costruzione del TNG ebbe inizio nel 1982. L’obiettivo dello studio preliminare era quello di una nuova generazione di telescopi che avrebbe portato l’astronomia italiana all’avanguardia sia in termini di strumentazione che di tecnologia. Il TNG venne inaugurato nel 1996 alla presenza del Re Juan Carlos I di Spagna e della moglie, la Regina Sofia.

Il TNG ha un gemello a La Silla in Cile, il New Technology Telescope (NTT) dell’European Southern Observatory (ESO), anche se il TNG ne è una versione più’ moderna. Il progetto è il frutto della collaborazione tra tutti gli Istituti di Astrofisica italiani (INAF) e un gruppo di imprese italiane di alta tecnologia che hanno disegnato, sviluppato e costruito quasi tutto il telescopio e la sua strumentazione.

La “prima luce” si ebbe nella notte del 6 giugno 1998 quando vennero compiute un certo numero di esposizioni con la telecamera di monitoraggio per testare le prestazioni del telescopio. Fu osservato il sistema binario Epsylon-Lyrae 1 preso nella banda B con un’esposizione di 10 secondi e con un seeing di 0,8″.

 

Il TNG e i suoi strumenti

Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende, naturalmente, dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il TNG è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente ai suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B): NICS, DOLORES, HARPS-N e GIANO.

Il TNG offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.

Il TNG è in grado di raccogliere luce per diverse ore al punto di mostrare oggetti che hanno una luminosità fino a un miliardo di volte più debole del limite concesso all’occhio umano. La luce così raccolta permette tra l’altro di studiare in dettaglio la composizione chimica e i movimenti degli oggetti celesti attraverso lo spostamento delle righe di emissione che appaiono sui loro spettro; si misura così la distanza di oggetti lontanissimi tramite il loro redshift o spostamento verso il rosso.

 

Le principali scoperte al TNG

Nel corso degli anni il TNG ha permesso di compiere importanti scoperte in ogni ambito della ricerca astronomica, sia all’interno del nostro Sistema Solare che nella ricerca di altri sistemi planetari, oltre che nello studio dell’evoluzione stellare, degli ammassi aperti e globulari nella nostra Galassia, nello studio di galassie e nella ricerca cosmologica.

Con HARPS-N, il cacciatore di pianeti extrasolari attivo dal 2012 al TNG, ogni anno vengono dedicate 80 notti che vengono utilizzate principalmente per confermare i candidati pianeti scoperti prima dalla sonda Kepler della NASA, localizzati tra le costellazioni del Cigno e della Lira, e negli ultimi anni da K2 (la versione aggiornata di Kepler) localizzati sull’eclittica, cioè la traiettoria compiuta dal Sole nel suo moto apparente.